La fine del “Privacy Shield” tra USA e UE

La Corte di Giustizia UE ha invalidato il “Privacy Shield”, l’accordo alla base della legittimità di una buona parte dei trasferimenti di dati personali tra Europa e USA. In linea teorica il trasferimento dei dati personali verso gli USA basato sulla adesione (volontaria) delle imprese americane al Privacy Shield (qui l’elenco) oggi non vale, ad esempio molti servizi cloud forniti dalle grandi compagnie del settore non sarebbero più legittimati ad utilizzare data center extra UE. È probabile che venga cercata una soluzione temporanea per legittimare tali trasferimenti, resta da capire quale disposizione sostituirà l’accordo appena annullato e in quali termini. La vicenda nasce dalle conseguenze delle azioni intraprese da Maximilian Shrems, un legale austriaco il quale ancora studente scrisse una tesi sulle carenze di conformità dei trattamenti dati effettuati da Facebook in relazione alle normative privacy europee ed in seguito avviò un’azione legale contro i trasferimenti di dati che Facebook effettuava dall’Irlanda agli Stati Uniti contestandone la legittimità.

(fonte: dirittobancario.it)

Tik Tok e la privacy: più di qualche problema

Tik Tok (Douyin nel mercato domestico) è un’applicazione cinese che permette di creare video di quindici secondi applicando al video una colonna sonora. Tra i non-giochi l’applicazione è costantemente tra le prime quattro scaricate negli smartphone di tutto il mondo negli ultimi mesi, con circa 180 milioni di installazioni al trimestre in media dall’inizio del 2018. Parallelamente sono cresciuti anche i dubbi sulla sicurezza e sulla trasparenza dell’applicazione. Il comitato dei Garanti UE (EDPB), su sollecitazione del Garante italiano, a maggio del 2020 ha istituito un gruppo di lavoro per acquisire maggiori informazioni sul trattamento dei dati tramite la app cinese. In precedenza l’applicazione era già finita sotto indagine negli USA (dove è stata multata) e nel Regno Unito per il trattamento dei dati dei minori.

L’azienda di sicurezza informatica Penetrum ha pubblicato un accurato dossier che conclude come Tik Tok sia un rischio per la sicurezza dei dati di chi la installa. Anche Apple ha avvisato che per un certo periodo di tempo Tik Tok (e probabilmente altre applicazioni) hanno potuto leggere quello che l’utente scriveva nel proprio blocco appunti.

Per ora, nonostante il tenore di queste notizie, le installazioni dell’applicazione continuano a crescere, soprattutto tra i minori.