Attacco “ransomware” ai danni di un’industria alimentare

Il sito di informazioni ZDNET ha riportato nei giorni scorsi alcuni dettagli su un attacco ransomware ai danni di una importante industria alimentare (non menzionata), dettagli che forniscono ancora una volta utili esempi su comportamenti da evitare. I criminali anche in questo caso hanno utilizzato una email di phishing indirizzata ad un addetto dell’amministrazione aziendale con una fattura in allegato. Il destinatario ha cliccato sull’allegato “infetto” conconseguente lo scaricamento del malware che, a sua volta, ha permesso agli attaccanti di entrare in possesso delle credenziali di accesso a circa il 60% dei sistemi aziendali. In alcuni casi tali sistemi erano vecchi e privi degli aggiornamenti software, firmware e dei sistemi operativi, cosa che ha aiutato la diffusione del malware nella rete aziendale. Dopo questa prima fase, gli attaccanti hanno diffuso il ransomware nella rete, bloccando diversi sistemi.

L’azienda attaccata disponeva di backup aggiornati e sicuri ed ha deciso di non pagare il riscatto richiesto, ripristinandfo le macchine infettate nel giro di 48 ore.

Le statistiche mondiali identificano i ransomware come il principale pericolo per le reti aziendali nel 2020. In oltre il 90% dei casi i ransomware si possono diffondere perché qualcuno ha fatto “clic” su un file o un link che avrebbe potuto identificare come sospetto. Le email di phishing sono sempre più sofisticare e, a volte, difficili da distinguere da quelle ufficiali, la principale misura di sicurezza contro questi attacchi rimane la formazione agli utenti / autorizzati al trattamento, che può contribuire ad evitare situazioni di questo tipo.

INPS: violazioni dei dati e provvedimento del Garante

Ad inizio aprile 2020, in seguito al D.L. 18/2020 contenente misure di sostegno connesse all’emergenza da virus COVID-19, l’INPS aveva previsto l’attivazione di nuovi sistemi che potessero supportare il previsto aumento di richieste di accesso ai servizi online. Una volta attivati tali servizi si sono manifestati problemi di accesso e blocchi nel portale INPS e le successive valutazioni tecniche evidenziavano una potenziale violazione dei dati dovuta ad una replicazione di schede anagrafiche che, in alcuni casi, potevano mostrare dati personali ad utenti terzi in fase di accesso (alcuni di questi contenuti erano stati diffusi tramite social network). L’Istituto ha notificato al Garante la violazione che, per questa prima violazione, dovrebbe essersi limitata alla visualizzazione di dati di soggetti terzi in modo del tutto casuale (soggetti quindi non collegati in alcun modo all’utente che effettuava l’accesso) per un totale di circa 800 casi.

Una seconda violazione dei dati è avvenuta al momento di attivare la procedura di presentazione delle domande per il “Bonus Baby Sitting” per via telematica e, secondo le valutazioni dell’Istituto, avrebbe interessato qualche decina di soggetti con modalità tali da non rappresentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche.

Le ulteriori valutazioni del Garante si possono leggere nel provvedimento del 14 maggio 2020 hanno portato all’ingiunzione di comunicare la violazione dei dati a tutti gli interessati coinvolti ed a richiesta di ulteriori notizie in relazione alle iniziative intraprese per attenuare gli effetti della violazione.

Banca sanzionata per illecito trattamento

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha disposto una sanzione di € 600.000 per Unicredit S.p.A.. L’istituto nel 2017 aveva notificato all’Autorità (nonché denunciato alla Procura di Milano) una violazione dei sistemi informatici avvenuta attraverso i sistemi di una società partner commerciale che ha determinato accessi non autorizzati ai dati personali di circa 760.000 clienti.

LINK alla pagina del Garante