Telemarketing in violazione al GDPR: sanzione del Garante

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha sanzionato Vodafone per oltre 12 milioni di euro dopo avere appurato un trattamento illecito di dati personali di milioni di utenti con finalità di telemarketing. Il Garante ha anche ordinato alla società di adottare una serie di misure per rendere conformi i trattamenti. La decisione segue i provvedimenti prescrittivi e sanzionatori presi per motivi analoghi in data 8 maro 2018 e 5 luglio 2018 nonché le segnalazioni ed i reclami che il Garante ha ricevuto da dicembre 2018 al giugno 2020, aprendo 438 fascicoli nei confronti di Vodafone prevalentemente riguardanti attività di telemarketing.

L’istruttoria del Garante ha rilevato come i trattamenti siano stati svolti in violazione dell’obbligo del consenso e dei principi di protezione dei dati fin dalla progettazione e protezione dei dati per impostazione predefinita di cui all’art. 25 del GDPR. Un gran numero di contatti sono stati acquisiti da partner esterni i quali a loro volta avevano ricevuto tali liste da altre aziende, trasferendo i contatti a Vodafone senza il necessario consenso degli utenti. Vodafone, afferma il Garante, avrebbe dovuto attuare controlli sull’esistenza e la correttezza di tali consensi. In generale il Garante ha ordinato l’adozione di sistemi che consentano di com provare che i trattamenti per finalità di telemarketing avvengano in conformità alle disposizioni in materia di consenso, dovrà dimostare che i contatti siano attivati solo in seguito di chiamate promozionali effettuate dalla sua rete di vendita, attraverso numerazioni censite e iscritte al ROC (Registro unico degli Operatori di Comunicazione) e dovrà irrobustire le misure di sicurezza finalizzate ad impedire gli accessi abusivi al database dei clienti.

La sanzione a Vodafone fa seguito ai provvedimenti recenti nei confronti di Wind Tre SpA (compreso quello collegato nei confronti di Merlini Srl) e di Iliad SpA.

(fonte: Garante Privacy)

INPS: violazioni dei dati e provvedimento del Garante

Ad inizio aprile 2020, in seguito al D.L. 18/2020 contenente misure di sostegno connesse all’emergenza da virus COVID-19, l’INPS aveva previsto l’attivazione di nuovi sistemi che potessero supportare il previsto aumento di richieste di accesso ai servizi online. Una volta attivati tali servizi si sono manifestati problemi di accesso e blocchi nel portale INPS e le successive valutazioni tecniche evidenziavano una potenziale violazione dei dati dovuta ad una replicazione di schede anagrafiche che, in alcuni casi, potevano mostrare dati personali ad utenti terzi in fase di accesso (alcuni di questi contenuti erano stati diffusi tramite social network). L’Istituto ha notificato al Garante la violazione che, per questa prima violazione, dovrebbe essersi limitata alla visualizzazione di dati di soggetti terzi in modo del tutto casuale (soggetti quindi non collegati in alcun modo all’utente che effettuava l’accesso) per un totale di circa 800 casi.

Una seconda violazione dei dati è avvenuta al momento di attivare la procedura di presentazione delle domande per il “Bonus Baby Sitting” per via telematica e, secondo le valutazioni dell’Istituto, avrebbe interessato qualche decina di soggetti con modalità tali da non rappresentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche.

Le ulteriori valutazioni del Garante si possono leggere nel provvedimento del 14 maggio 2020 hanno portato all’ingiunzione di comunicare la violazione dei dati a tutti gli interessati coinvolti ed a richiesta di ulteriori notizie in relazione alle iniziative intraprese per attenuare gli effetti della violazione.

Banca sanzionata per illecito trattamento

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha disposto una sanzione di € 600.000 per Unicredit S.p.A.. L’istituto nel 2017 aveva notificato all’Autorità (nonché denunciato alla Procura di Milano) una violazione dei sistemi informatici avvenuta attraverso i sistemi di una società partner commerciale che ha determinato accessi non autorizzati ai dati personali di circa 760.000 clienti.

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