L’utilizzo senza consenso di cookie di tracciamento costa ad Amazon una sanzione di 35 milioni di euro e a Google un totale di 100 milioni di euro. Si tratta di sanzioni comminate il 7 dicembre 2020 dall’autorità di controllo francese, il CNIL, dopo le verifiche effettuate nel corso del 2020.
Tra il dicembre 2019 ed il maggio 2020, il CNIL ha effettuato ripetute indagini online sul funzionamento del sito amazon.fr. Tali verifiche appurarono che quando un utente visitava il sito, i cookies venivano automaticamente archiviati sul suo PC senza che nessuna azione venisse richiesta all’utente. Diversi di questi cookie erano utilizzati per scopi pubblicitari. Il CNIL ricorda come questa tipologia di cookie, non necessaria per la navigazione nel sito richiesta dall’utente, possa essere memorizzata nel PC dell’utente solo dopo avere ricevuto il suo consenso. La memorizzazione di questi cookie nel PC dell’utente nel momento stesso in cui questo apre il sito di destinazione è una pratica incompatibile con la necessità del consenso preventivo.
L’autorità francese ha osservato anche come le informazioni fornite a chi apriva la homepage amazon.fr fossero poco chiare e incomplete. In particolare:
- il banner obbligatorio mostrato all’apertura della pagina non indicava esplicitamente all’utente che i cookie utilizzati fossero utilizzati principalmente per inviare annunci pubblicitari personalizzati;
- il banner non spiegava che l’utente poteva rifiutare l’installazione di questi cookie e non spiegava come fare;
- la mancata informazione risulta ancora più chiara se si pensa che i cookie di tracciamento venivano memorizzati anche quando il visitatore arrivava alla pagina amazon.fr dopo avere cliccato sulla pubblicità presente in altri siti e che nemmeno in quel caso venivano mostrate le necessarie informazioni.
Considerando la gravità della violazione, l’autorità francese ha deciso di sanzionare Amazon e di rendere pubblico il provvedimento.
Una simile indagine è stata effettuata nel marzo 2020 sul sito google.fr rilevando analoghe violazioni, con in aggiunta un parziale fallimento del meccanismo proposto da Google per bloccare l’installazione dei cookies di tracciamento e l’aggravante del gran numero di utenti coinvolti e del fatto che Google beneficia di elevati profitti derivanti dagli introiti pubblicitari generati indirettamente dai dati raccolti dai cookie di tracciamento.
(fonte: CNIL)